Giornale di Vicenza – Alessandra Agosti

 

Pensieri nuovi su una vecchia lavagna

 
I am 1984, Barbara Matijevic e una mappa mentale dai mille link

 

Vicenza. Il teatro ai tempi di Internet. Potrebbe essere questo, parafrasando Marquez, il sottotitolo di “I am 1984”, lo spettacolo applaudito l’altra sera al teatro Astra di Vicenza, in prima regionale, nell’ambito della rassegna Gusti Astrali. Alla regia Giuseppe Chico, italiano che da oltre dieci anni vive a Parigi. Sul palcoscenico, invece, Barbara Matijevic, danzatrice croata che si divide tra Zagabria, Bruxelles e la capitale francese. È a lei, alta, bionda e sottile, vestita di una dolcevita rossa come le scarpe dal tacco largo e di una gonna pantalone verde smeraldo, che spetta il compito di accompagnare il pubblico in una performance che – lo si capisce fin dalle prime battute – sarà qualcosa di non usuale. Sensazione confortante – va sottolineato – perché significa che ancora non tutto è stato detto, non tutto è stato scritto, né portato su un palcoscenico; e che, quindi, c’è ancora spazio per inventare, innovare, immaginare.
La novità, nella proposta di Chico e Matijevic, sta principalmente nell’aver pensato di presentare davanti a un pubblico quello che normalmente avviene quando si esegue una ricerca su Internet: in pratica, si inizia da un elemento (in questo caso l’anno 1984) e da lì si prosegue, concatenando i concetti l’uno all’altro, aprendo e chiudendo link, collegando fatti, persone, idee. Ma invece dello schermo di un computer, l’attrice utilizza la grande lavagna quadrettata che attraversa tutto il palcoscenico (è la stessa utilizzata, con altre finalità, da Marco Paolini in alcuni suoi spettacoli), scrivendoci sopra con il gesso numeri, lettere, disegni e altri segni grafici, fino a formare una straordinaria “mappa mentale”.
Tutto gira attorno al 1984, anno delle Olimpiadi di Los Angeles, evento dal quale il racconto-ricerca prende il via. Ma anche l’anno nel quale B.M. – così si indica Barbara Matijevic nella “mappa” -, allora di appena 6 anni, decide di voler entrare (nel vero senso della parola) nel televisore. È l’inizio di un intrecciarsi continuo fra storia collettiva e storia privata, fra grandi eventi dell’umanità e piccole emozioni di una ragazzina jugoslava, che sarà tra i Pionieri di Tito chiamati a comporre una coreografia per il compleanno del Maresciallo (precisamente nella lettera “o”), che si innamorerà della danza dopo aver visto “Il lago dei cigni”, che sarà scelta per la pubblicità di una celebre bibita yugoslava al sapore d’arancia e che tenterà nuove strade nel balletto, proponendo idee innovative per collegarlo all’informatica e ai suoi linguaggi.
Per raccontare tutto questo, Matijevic utilizza una recitazione volutamente e opportunamente “meccanica”, quanto più possibile fissa nell’espressione facciale e contenuta nella gestualità, oltre che quasi non umana nella voce, che sembra uscire da un sintetizzatore di suoni pur rimanendo accattivante, complice l’accento multilingue della protagonista. La teatralità, quella alla quale siamo più avvezzi, traspare semmai dalle pause, sapienti, sempre inserite al momento giusto, per dare il tempo allo spettatore di “elaborare” il proprio pensiero e capaci anche, in alcuni momenti della performance, di ottenere un naturale effetto comico.
In un’ora circa di performance, così, la “mappa mentale” arriva a contenere di tutto, dal Super Bowl ai programmi della Apple, dalle poesie di William Blake alla neve scesa a Sarajevo proprio il giorno prima delle Olimpiadi invernali, fino al giochino elettronico Pacman, fra collegamenti razionali e altri che sfociano nel surreale, il tutto caratterizzato da un’ironia sottile e brillante e da un linguaggio teatrale moderno e fuori dagli schemi, che rendono questo spettacolo un intrigante pensiero nuovo.

Alessandra Agosti